ORATORIO DELL’ANGELO CUSTODE
Corrado Mauri
Lungo la facciata, verso nord, incontriamo un portale che immette in un atrio voltato da cui, con altro portale, si accede all’Oratorio pubblico dell’Angelo Custode e S. Antonio da Padova. Si tratta della Cappella pubblica di Palazzo, che è già benedetta e quindi officiabile al culto in data 6 ottobre 1660, il cui accesso avviene sia dalla strada sia dai cortili di servizio interni. In ossequio alle “Istruzioni” di S. Carlo Borromeo è rispettato l’accesso obbligatorio dalla strada: in quanto Chiesa deve essere aperta a tutti i fedeli e non solamente a disposizione dei singoli proprietari, con l’esclusivo accesso dall’interno. La dedica all’Angelo Custode si evidenziava nel portale esterno, con una scultura (oggi persa), raffigurante l’Arcangelo Michele alato, come risulta dalla relazione di Visita pastorale(vedi nota 1), mentre in quello interno è tutt’oggi presente un angelo in bassorilievo.
La struttura del piccolo edificio è particolarmente interessante per le sue modalità costruttive, tant’è che si fa il nome dell’architetto Gerolamo Quadrio, per particolari consonanze con sue costruzioni religiose. In pianta l’Oratorio si presenta rettangolare, ma al di sotto dei coretti con l’innesto di quattro archi a tutto sesto negli angoli, la pianta diventa un ottagono irregolare. Le lesene che sostengono gli archi sono a libro, la trabeazione presenta un continuo gioco di sovrapposizioni lineari, i quattro coretti con balaustre a pilastrini di pietra e grate di legno si chiudono con un arco più alto rispetto agli archi del presbiterio, dell’ingresso e delle due finestre. Un gioco di diverse geometrie che facendosi più complesse, man mano che lo sguardo da terra sale verso l’alto, svolge proprio la funzione di attirare l’attenzione verso la volta ad ombrello irregolare, in cui gli spigoli delle singole vele, appena in rilievo, disegnano una specie di stella irregolare al cui centro troviamo un affresco in cornice ovale con la figura di Gesù, apparentemente semplice, ma invece altamente significativa e complessa.
Infatti, il Cristo porta la croce simbolo del suo sacrificio, con ben evidente, il sangue che sgorga dalle ferite delle mani, dei piedi e della fronte per la corona di spine, dalla ferita del costato il sangue zampilla raccogliendosi in un calice, acquisendo così la valenza eucaristica, ma sopra Gesù vola la colomba dello Spirito Santo e su tutto sovrasta Dio Padre, quindi immagine anche della Trinità. L’affresco, con gli evidenti stilemi di Giovanni Stefano Doneda il Montalto, riassume in sé le massime simbologie cattoliche, concludendo e riassumendo i molteplici significati e simbologie del percorso di tipo religioso delle Sale poste lungo la facciata del Palazzo, che incontreremo più avanti.
Nella parete d’ingresso sopra la porta vi è un vano con grata riservato ad un organo che era contenuto in una cassa in legno d’abete, sopra l’ampia apertura con corniciatura e imposte di legno che era la Tribuna (vedi, qui, al n 36: la Tribuna della Cappella Pubblica) da cui gli Arese ed i Borromeo Arese poi, assistevano alle cerimonie religiose, accedendovi dalle Sale del piano nobile. Da questi due ambienti una scala di legno conduceva alla piccola sacrestia dell’Oratorio.
Nel presbiterio, che ha andamento slanciato in altezza, la balaustra in marmo si piega ad angolo innestandosi così nella navata, suggerendo non una separazione, ma una sequenza continua. La bella struttura dell’altare è in marmi rosa e neri e nel timpano ritroviamo un cherubino in marmo bianco, che rinnova la dedicazione dell’Oratorio.
La pala d’altare è un dipinto sempre del Montalto con la Madonna, Gesù bambino, l’Angelo Custode e S. Antonio da Padova, ora all’Isola Madre, una sua riproduzione fotografica su tela la sostituisce, ricreando l’effetto originario[1].
[1] S. Ventafridda, Storia di una fabbrica: Le vicende architettoniche, in M. L. Gatti Perer a cura di, “Il Palazzo Arese Borromeo a Cesano Maderno”, Milano 1999, pagg. 258-261.
Ulteriore documentazione sull’Oratorio:
- M. Napoletano, L’Oratorio dell’Angelo Custode in Palazzo Arese Borromeo negli inventari del 1697, 1704, 1716 e 1700 circa, in “Quaderni di Palazzo Arese Borromeo”, Anno III/N°. 1, Maggio 2010. www.vivereilpalazzo.it
- M. Rebosio, “L’impresa di fabbricare una ancona di pietra lustra..” Il capitolato per l’esecuzione dell’altare marmoreo dell’Oratorio pubblico di Palazo Arese Borromeo. in “Quaderni di Palazzo Arese Borromeo”, Anno VI, N°. 1 Maggio 2013. www.vivereilpalazzo.it