2016 – HAYEZ: IL FASCINO DEL ROMANTICO
Il 10 gennaio la Domus Picturae, per iniziativa del Professor Mauri, che cura gli Incontri con l’Arte, ha programmato una visita guidata a Milano, presso le Gallerie d’Italia in piazza della Scala, in occasione della mostra di Hayez, artista ottocentesco che ben rappresenta l’arte figurativa romantica la quale, come tutte le altre forme espressive del periodo, si incentra su alcuni temi caratteristici quali l’impegno politico e la passione civile del Risorgimento, quando l’Italia visse la sua lotta per la liberazione dalla dominazione straniera e per l’unificazione in uno stato nazionale. Numerosi quindi sono in mostra i dipinti a carattere storico e con riferimento al Medioevo, età a cui il primo Ottocento guarda con particolare interesse. Citiamo qui, a mo’ d’esempio, La predica di Pietro l’eremita davanti a papa Urbano II per bandire la prima crociata e i Vespri Siciliani, episodio particolarmente significativo specialmente per chi, in una città vivace ed impegnata come Milano, vedeva in quei fatti la giusta ribellione all’asservimento di un popolo che ormai, almeno nella sua élite, si sentiva chiamato a riscattarsi dalla sudditanza ad altri. Non mancano poi altre opere di carattere storico fra le quali, per la sua importanza e complessità, è da citare la Distruzione del tempio di Gerusalemme proveniente dalle Gallerie dell’Accademia di Venezia.
Notevolissimi sono poi i ritratti dei principali uomini politici ed artisti contemporanei, molti dei quali furono anche suoi amici, quali Cavour, Verdi, Manzoni, colti con un intuito ed una capacità di analisi tali da renderli delle icone che sono entrate nell’immaginario collettivo di tutti coloro che hanno aperto un libro di storia risorgimentale. Né mancano gli autoritratti dell’Artista stesso raffiguratosi in varie età per rievocare la sua vicenda biografica ed il percorso creativo, dagli anni della formazione tra Venezia e Roma fino all’affermazione a Milano come protagonista del movimento romantico. Particolarmente espressivo un suo mezzo busto in compagnia di amici, di una freschezza e rapidità di grande modernità per via del non finito, ma solo apparentemente buttato giù di getto in quanto nei suoi anni romani aveva avuto modo di conoscere la ritrattistica d’amicizia dei Nazareni. Altri ambiti in cui Hayez si cimentò sono la mitologia, la pittura sacra (originale la rappresentazione dell’Arcangelo Michele che con gesto imperioso afferra la lancia per colpire Lucifero) e il gusto dell’esotico provocato dall’intensificarsi dei viaggi verso altri continenti, oltre che dalla spedizione in Egitto da parte di Napoleone.
Infine il nudo femminile, interpretato con grande sensualità anche in alcuni soggetti religiosi come la Maddalena Penitente che allora suscitò grande scandalo. Il piacere di dipingere ammirando e quasi accarezzando la bellezza femminile rende questo pittore indubbiamente un’eccezione nel panorama del tempo, caratterizzato da costumi influenzati dalla religiosità cattolica, molto attenta al pudore ed avversa ai piaceri della carne, di cui invece l’Artista non si privò mai, come dimostrano i suoi disegni erotici.
La ciliegina sulla torta per gli appassionati di Hayez è rappresentata dalla presenza in mostra de Il Bacio nelle tre versioni, quella della Pinacoteca di Brera (1859) e quelle del 1861 e 1867, entrambe in collezione privata e tra le opere più popolari del Nostro, tanto più che nella seconda versione compaiono i colori della bandiera italiana al fine di celebrare l’avvenuta unità nazionale, mentre nella terza appaiono i tre colori delle bandiere italiana e francese, per ringraziare la Francia del contributo dato all’Italia nella seconda guerra d’indipendenza, nonostante il tradimento dell’armistizio di Villafranca, che lasciava all’Austria il Veneto, fatto ancora più doloroso per il veneziano Hayez. Dunque il Bacio assumeva valori politici leggibili al di là della mera apparenza.
Una mostra da non perdere per la sua esaustività e bellezza, la mostra di un artista che non solo affascina per la sua bravura, ma non rimane estraneo al suo tempo ed alle relative vicende che lo vedono schierato con l’ élite progressista.
Marina Napoletano